«Troppe morti lesbiche nelle serie tv». La denuncia di GLAAD ai network USA

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    Ieri è uscito il report annuale di GLAAD sulla presenza dei personaggi LGBT nella televisione americana dal titolo the Where We Are On TV. La presenza di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali è la più alta di sempre. Il primo report di GLAAD risale a 20 anni fa, quando i personaggi LGBT erano pochi e soprattutto marginali, nel 2016 invece il 4,8% dei personaggi delle principali serie tv appartengono alla comunità LGBT.

    Il numero dei transessuali, in particolar modo, è raddoppiato rispetto allo scorso anno, per un totale di 16 personaggi. Migliorata in maniera sensibile anche la rappresentazione delle differenze etniche: gay, lesbiche, bisessuali e transessuali sono anche ispanici e di colore – i migliori esempi: Empire, Luke Cage e How to get away with murder, anche se il 70% è ancora bianco, caucasico. Aumentato anche il numero dei personaggi bisessuali, ma solo una piccola parte è maschile.

    I numeri però non sono tutto. Ciò che conta è la centralità dei personaggi LGBTQ, quanto questi siano centrali al racconto e non inseriti come figure marginali. «Da un lato è confortante vedere quanti progressi sono stati fatti nella rappresentazione LGBTQ in televisione – ha dichiarato la presidentessa di GLAAD, Sarah Kate Ellis -, ma è importante ricordare che i numeri sono solo una parte della questione, e dobbiamo continuare a spingere per una rappresentazione quanto più diversa e complessa della comunità LGBTQ».

    Perché se da un lato i numeri sono, appunto, confortanti, non si ferma l'”eccidio” mediatico dei personaggi LGBT, in particolare di lesbiche e bisessuali – peraltro, lesbiche e bisessuali sono le più rappresentate in assoluto -. Solo nei primi mesi del 2016, sono morti ben 25 personaggi lesbici o bisessuali, molti di questi in maniera violenta.

    In America parlano di Bury your gays, ovvero seppellisci i tuoi gay, un trend che – come la sindrome della poiana docet – vede personaggi gay e lesbiche finire sempre in malo modo. Questo, però, ha un effetto negativo sia per l’audience LGBT che per quella eterosessuale, come sottolinea Sarah Kate Ellis, «manda un messaggio pericoloso per cui le persone LGBT sono secondarie e delle quali si può fare a meno». Al di là delle morti lesbiche va detto che la televisione batte ampiamente il cinema: la presenza di personaggi LGBT nel piccolo schermo è di gran lunga superiore a quella cinematografica.

    Qui trovate il report ufficiale di GLAAD : http://glaad.org/files/WWAT/WWAT_GLAAD_2016-2017.pdf

    Fonte : LezPop
     
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